Agli amici e le amiche
Dovuto
alle innumerevoli richieste, (cioè, 1), mi sembra opportuno raccontare
alcune delle mie avventure in italiano… Ora non avete più scuse per non leggere il
blog, ¡ha ha ha!
Inanzitutto,
devo dire che non sono mai stato uno che l’ingegno ce l’ha molto, anche se
devo, hmrrrr, ammettere, che in spagnolo i post vengono simpatici e divertenti.
Proverò a farvi ridere... da dove cominciare? Ad esempio, da quà:
-
Ma, tu, come mai sei partito per l’Australia?
-
Non lo so, sará la crisi dei 30 anni o che mi
sento come Peter Pan e voglio viaggiare ma non crescere, o semplicemente, un
giorno ho detto me ne vado e così ho fatto.
Sono a Sydney. A saperlo prima sarei andato a Melbourne, o a
Perth, o ancora più probabilmente in un altro paese, perché qui la vita non è económica.
A cominciare dal cibo (persino la pasta ha dei prezzi proibitivi). Meno male
che non ho perso il naso per cogliere le occasioni di scroccare in grandi e
piccoli evento.
Anche perché in Australia non ci posso andare con la magica Working
holiday visa (un visto di lavoro-viaggio che permette di lavorare qui con certe
restrizioni) benché con una più cara Student visa (visto ottenuto dopo essere
iscritto in un corso qualunque tra quelli approvati dal Ministero, cioè di un
minimo di $3500, e che permette di lavorare con maggiori restrizioni della
WHV).
“Gli australiani sono simpatici e vedrai che l’accento si
capisce benissimo, non sono mica come gli inglesi” dicevano per incoraggiarmi.
Ma soltanto per quello. Come immaginate, non ho capito più del 25% delle cose
che mi hanno detto durante i primi 20 giorni. Ora sto migliorando, però… sono
quasi al 30%.
Siccome i prezzi degli affitti sono assurdi quanto gli
altri, abito in un’appartamento di due stanze con altre 6 persone (le sardine
nella lattina ci possono nuotare in confronto) che perlomeno sono molto simpatiche
e poco spagnole. 5 francesi ed una bengalese. I vicini (perché il palazzo
sembra un collegio universitario francese) sono a casa la maggior parte del
tempo, per cui non ci sentiamo mai soli e se non fosse perché sono venuto a imparare l’inglese una
volta per tutte oramai scriverei come Sartre o Molière (il che, se ci pensi,
non sarebbe male…)
E in questo mese, cosa ho fatto?
- Iniziare il corso, “Event management”
molto interessante
- Trovare casa (il più economico possible/vivibile)
- Cercare lavoro (se credevate che qui il lavoro c’era e potevi prenderlo come la frutta degli alberi non è così. Comunque rimane sempre più semplice e decisamente meglio pagato di quanto non lo sia in Europa)
- Fare volontariato in tutti gli evento possibili (se tanto il lavoro non c’è, almeno così posso ottenere esperienza)
- Creare un blog per raccontare l’esperienza (che non è forse così diversa dagli altri luoghi in cui sono stato, ma permette di recuperare quelle vecchie storie e metterle a confronto con quelle nuove.
Così, mi sono reso conto che non ho imparato nulla e
continuano a fregarmi come vogliono (anche se per il momento non ho incrociato
nessun Carlo Rossi pugilista di fama mondiale… E invece si che ho trovato un’agenzia
di attori e modelli che mi sembra molto adatta per rinnovare il mio book (la
melanzana non è più di moda).